Questa è la straordinaria storia di un bambino siriano di 3 anni. Proviene da un piccolo villaggio situato sulle alture del Golan e ciò che racconta agli abitanti del villaggio un giorno lascia tutti di stucco.
Nonostante l’età, soli 3 anni, il piccolo già parla abbastanza bene e usando gli strumenti linguistici che possiede, fa una rivelazione scioccante agli anziani del villaggio: il bambino ricorda di essere stato ucciso.
I suoi genitori prima lo ignorano, pensando che fosse una di quelle tante storie che i bambini sentono in giro e dicono, ma poi quando notano che i ricordi di un ascia e di un litigio lo tormentano, iniziano a credergli e a preoccuparsi.
Questa storia provoca strane sensazioni nel villaggio soprattutto perchè è composto da persone che credono nella reincarnazione e nella rinascita. Inoltre il piccolo ha un voglia rossa sulla fronte e gli abitanti credono che ciò rappresenti una ferita subita nella vita precedente.
Il bimbo sostiene di esser stato ucciso con un ascia nella sua vita precedente e cosa più sorprendente è che si ricorda il luogo e anche del suo assassino.
Grazie a delle descrizioni da lui fornite agli anziani del villaggio, si riesce ad individuare il luogo del delitto. Il bimbo riconosce uno degli abitanti, gli si avvicina e gli dice: “Sono stato il tuo vicino di casa. Abbiamo avuto una discussione e tu mi hai ucciso con un’ascia”. L’uomo si volta ed è bianco come una statua di gesso. “So anche dove è sepolto il mio corpo”.
Ed indica un mucchio di pietre dove poi scavando ritroveranno resti umani di ossa e un teschio frantumato come se qualcosa lo avesse colpito.
L’omicida confessa il delitto e viene immediatamente consegnato alla polizia. Molti scienziati si sono detti increduli ma incapaci di dare una spiegazione razionale a questo evento, che spinge a riconsiderare le esperienze di premorte e di reincarnazione.