Olio di CBD per principianti: tutto quello che bisogna sapere

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Sull’onda dell’interesse per i rimedi naturali che, ormai da diversi anni, è realtà globale, si parla sempre di più di olio di CBD. Questo prodotto, entrato nella quotidianità di tantissimi italiani a inizio 2017 – a seguito dell’entrata in vigore della Legge 242/2016, che ha di fatto introdotto in commercio la cannabis depotenziata – ha numerose proprietà. Non sempre, però, quando lo si chiama in causa si è sufficientemente consapevoli in merito e si ha idea di come muoversi per quanto riguarda l’assunzione. Se ti stai facendo domande in merito ai consigli da seguire quando ci si approccia da principianti all’assunzione di olio di CBD, non devi fare altro che proseguire nelle prossime righe di questo articolo.

 

Indice

Il principio attivo non è mai puro

Il CBD è un fitocannabinoide straordinario. Scoperto negli anni ‘40, si contraddistingue per benefici riguardanti la capacità di favorire relax, ma anche per i suoi effetti analgesici. Privo di effetti psicoattivi, può essere assunto senza problemi anche durante la giornata per dare un boost di energia all’organismo. Quando lo si chiama in causa, è doveroso ricordare che, per motivi legati alle difficoltà di assimilazione, non può essere assunto puro da nessuno. Ogni volta che si parla di olio aromatico con CBD, è infatti doveroso rammentare che si ha a che fare con un prodotto diluito. Le alternative per quanto riguarda il cosiddetto olio vettore sono diverse. Tra le principali spiccano l’olio d’oliva, l’olio di canapa e l’olio di cumino nero. Il primo rappresenta il non plus ultra nei casi in cui si punta a regalare al corpo quell’ulteriore boost di benessere (parliamo infatti di un alimento noto da secoli e secoli per le sue straordinarie proprietà).

 

Non ci sono indicazioni stringenti per quanto riguarda il dosaggio

Un altro aspetto da sottolineare quando ci si approccia all’olio di CBD da principianti riguarda l’inesistenza di indicazioni stringenti per quanto riguarda il dosaggio. A livello generale, però, si possono dare dei consigli da valutare con il proprio medico curante. Immaginando il caso di una persona che parte con un olio di CBD puro al 5% – praticamente il minimo – e full spectrum, la scelta ideale per apprezzare al massimo il profilo dei fitocannabinoidi, l’ideale prevede il fatto di partire con due gocce al mattino e due la sera prima di coricarsi.

 

Lo step successivo prevede il fatto di monitorare le reazioni del corpo e, in caso di perfetta tollerabilità, aumentare di qualche goccia al giorno.

 

L’olio di CBD non può essere vaporizzato

Chi non conosce a fondo le caratteristiche dell’olio di CBD, spesso si chiede se possa o meno essere vaporizzato. La risposta è negativa. Se si ha intenzione di provare la sopra citata modalità di consumo del cannabidiolo – altro nome per il fitocannabinoide a cui stiamo dedicando queste righe – bisogna rivolgere l’attenzione ai cristalli. Si apre in questo caso una parentesi di non indifferente rilevanza. Quale di preciso? Quella relativa al loro elevato grado di purezza, che non sempre è adatto a chi parte da zero con l’assunzione di cannabis light.

 

L’olio di CBD non andrebbe mai assunto prima di mettersi alla guida

Per legge, l’olio di CBD vendibile in Italia è caratterizzato da una percentuale di THC molto bassa. Parliamo infatti di un range compreso tra lo 0,2 e lo 0,6% (quest’ultima percentuale è la soglia di tolleranza introdotta dal legislatore, consapevole delle difficoltà pratiche dei coltivatori nel mantenere così basso il livello di principio attivo).

 

Si tratta di una quantità irrisoria che, come già detto, non impatta sulla presenza mentale. Nonostante questo, può essere comunque rilevata, con tutte le conseguenze legali del caso, dagli strumenti in dotazione ai membri delle Forze dell’Ordine per il controllo dell’assunzione di sostanze stupefacenti da parte degli automobilisti.